Così anche la nostra scuola ha
celebrato Dantedì, la prima giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente
istituita dal Governo. Anche il nostro Istituto, alle 12 in punto, ha dedicato
oggi la lezione a distanza o anche solo un momento di condivisione via social
al Sommo Poeta, in contemporanea in tutta Italia.
Ricordiamo a tale proposito un
lavoro del A.S.
2007-2008 della CLASSE 2 C
Docente di italiano
Prof.ssa Rita Margherita Melis
Concorso ministeriale
Ministero
Pubblica Istruzione
Dipartimento
per l’Istruzione
ROMA
Oggetto: Concorso “Dante nella Scuola”.
Con riferimento alla nota prot. 1954/Dip del 3/12/2007 di
pari oggetto, si inviano i
seguenti elaborati:
Istituti Istruzione Secondaria di I Grado – sono stati
presentati 34 elaborati
Per la Classe II C vincitrice del concorso –
Scuola Media “San Domenico Savio” San Gavino (CA)
Giudizio:
“La classe propone un testo vivace, brillante
ed arricchito da una notevole originalità. Gli studenti dimostrano di conoscere
molto bene la prima cantica e di saperla interpretare in chiave moderna”.
Buona
lettura a tutti
L’UMANA COMMEDIA
Siamo nel terzo millennio e l’uomo ha progredito notevolmente a livello scientifico e tecnologico ma commette sempre i peccati di cui Dante Alighieri ha parlato nell’Inferno.
Un attore comico italiano, di nome Roberto, si appassiona
alla Divina Commedia, la legge e la commenta in tv, riscuotendo un grande
successo.
La sua recitazione, permette al grande pubblico di
conoscere l’opera del Sommo Poeta italiano.
Un giorno, si reca a Ravenna presso la tomba di Dante
perchè desidera rendere omaggio al poeta.
Prega intensamente e, rivolgendosi al Poeta, gli esprime
tutta la sua ammirazione,
perché la sua opera è diffusa in tutto il mondo, e viene
ancora oggi letta e apprezzata.
Non si accorge del tempo che passa e continua a pregare
sino a quando si rende conto che il Mausoleo è stato chiuso.
E’ notte, tenta di usare il cellulare ma non c’è campo,
quindi si rassegna ad aspettare la mattina.
Disperato, si appoggia alla parete ma si accorge che
qualcosa si muove lentamente, con grande stupore scopre che la lastra di marmo della
tomba si è aperta e che si intravede un corridoio buio e stretto.
In lontananza si ode una flebile voce:
-Oh tosco, che preghi nella tomba mia,
vieni a visitar il dolor di questo posto
infinito
percorrendo con me questa lunga via.-
Inizialmente Roberto è preso dal terrore , ma una
curiosità incontrollabile che lo spinge ad addentrarsi nel lugubre ambiente.
Al termine del lungo cunicolo, vede un pallido bagliore e
nota la figura di un uomo vestito di rosso con una corona di alloro sulla
testa;
capisce così di trovarsi di fronte all’autore della Divina
Commedia.
Lo guarda, lo riconosce e trema come una foglia spinta
dal vento, ma contemporaneamente non riesce a contenere la gioia che lo
pervade.
Dante, vedendolo così timoroso, tenta di incoraggiarlo
pronunciando queste parole:
-Oh tu,che reciti i miei versi, nella città
di Firenze ti accompagnerò nei luoghi da me visitati;
così potrai raccontare le tue esperienze..-
Roberto risponde:
-Sono un semplice attore, so recitare ma non
so comporre versi, però sono contento di fare il viaggio purché mi garantisca
che mi riaccompagnerai indietro.-
Roberto si accorge che i versi del poeta sono diversi da
come li aveva usati nella Divina Commedia e gli chiede perché.
Dante risponde:
-Sappi che in 677 anni ho conosciuto molti
poeti nell’aldilà, ho preso confidenza con il verso libero adottato nel
novecento. La mia mente è un po’ stanca, trovo impegnativo continuare con gli endecasillabi
e le rime incatenate.
Così, anche per metterti a tuo agio, mi esprimerò in prosa
Il Poeta comunica a Roberto che gli farà visitare solamente
l’inferno, perché il Purgatorio non esiste più, infatti nell’emisfero Australe,
oggi ci sono altre terre e l’Antartide.
I due, discorrendo si avviano verso il terribile ingresso
infernale.
Si vede un cumulo di macerie e si capisce che sono i
ruderi della vecchia porta, deteriorata dal tempo. Roberto nota che è stata sostituita
da un’altra, blindata e simile a quelle che si trovano nei sotterranei delle
banche.
Dante gli spiega che la tecnologia moderna si è diffusa
anche nell’oltretomba e pronuncia queste parole:
-Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate
Mentre si avvicinano sentono delle urla raccapriccianti
misti a boati e lampi. La porta, azionata dal comando vocale, si apre, Roberto
incomincia a sudare, non sa se entrare o tornare indietro.
Dante vedendolo così incerto lo spinge all’interno.
I rumori e le urla dei dannati si fanno così acuti che
Roberto, di fronte a tanto orrore, abbandona l’atteggiamento allegro e giocherellone
del comico, per mantenere un contegno serio e mesto.
L’inferno appare ancora come l’ha descritto il Grande
Poeta ma ci sono anche delle novità, si sono aggiunti dei nuovi peccatori, nuove
penitenze e nuovi mezzi di trasporto.
Nell’anti- inferno, gli ignavi, corrono ancora senza sosta
dietro a una bandiera.
Lasciato quel luogo i due si avviano verso la riva del
livido Acheronte.
Si dirige, verso di loro, un vecchio con la barba bianca
e sudicia. Subito invita
Roberto ad andarsene, dicendo che aveva già ospitato una
volta un’anima viva e non aveva più intenzione di permetterlo. Il Poeta insiste
e Caronte cede.
Trasporta ancora le anime dei dannati all’altra sponda ma
è notevolmente invecchiato e le sue braccia, un tempo vigorose, ora sono
prive di forze.
Per “trapassare” le anime utilizza una barca a motore,
che permette ai due di
oltrepassare
velocemente il fiume.
Nel primo cerchio, un tempo destinato al Limbo, Roberto
osserva un esercito di persone vestite in modo bizzarro, indossano jeans a vita bassa, hanno
catenacci penzoloni e strani monitor appesi al petto.
Roberto chiede a Dante:
- Maestro chi sono costoro, che vestono come
numerosi miei contemporanei?-
Dante risponde:
-Caro Roberto questi peccatori sono i volgari,
cioè coloro che in vita hanno usato il turpiloquio per esprimersi, adesso
girano con le bocche cucite.
Come vedi questo è il cerchio più tecnologico
di tutto l’Inferno.
Ogni dannato ha un mini computer che serve
per trasformare in parole gentili tutte le oscenità pensate, la traduzione
compare sul monitor che è presente nel petto di ciascuno-
Tra questi dannati si trovano soprattutto i protagonisti
dei cartoni americani: I South Park e I Griffin.
Un’ anima si avvicina e si rivolge al Maestro:
-Oh tu s…… scrittore di c…… adesso che ti
vedo scopro che ha anche una faccia di m..… che c….. ci fai qui?
Le intenzioni volgari sono evidenti ma sul monitor
appaiono le seguenti parole:
-Oh tu stupendo scrittore di commedie splendide,
che hai la faccia di meritare rispetto, siamo lieti di averti in questo luogo,
che cosa ci fai qui?-
Dante
non risponde e passa oltre, aveva sempre disprezzato chi usava parole oscene.
Cominciano a scendere attraverso comode scale mobili
azionate dai demoni più forti.
Arrivano al secondo cerchio dove si trovano le anime dei
lussuriosi, travolti ancora da una violenta bufera.
Roberto nota qualcosa di strano:
-Quelle due anime... mi sembra di conoscerle,
chi sono?
Dante risponde:
- Sono Alex e Niki, se vuoi parlare con loro chiamale
in nome dell’amore-
Roberto le chiama e loro arrivano Quali colombe dal
disio chiamate.
Niki si avvicina e chiede:
-Oh anima viva perché ti trovi in questo
luogo infernale?-
Roberto risponde:
-Voglio conoscere i luoghi, così potrò raccontare la
mia esperienza in tv. La vostra storia è conosciuta in Italia, ma ditemi perché
siete qui?-
Cominciano a scendere attraverso comode scale mobili
azionate dai demoni più forti.
Arrivano al secondo cerchio dove si trovano le anime dei
lussuriosi, travolti ancora da una violenta bufera.
Roberto nota qualcosa di strano:
-Quelle due anime... mi sembra di conoscerle,
chi sono?
- Sono Alex e Niki, se vuoi parlare con loro chiamale
in nome dell’amore-
Roberto le chiama e loro arrivano Quali colombe dal
disio chiamate.
Niki si avvicina e chiede:
-Oh anima viva perché ti trovi in questo
luogo infernale?-
Roberto risponde:
-Voglio conoscere i luoghi, così potrò raccontare la
mia esperienza in tv. La vostra storia è conosciuta in Italia, ma ditemi perché
siete qui?-
Parla solo Niki:
-Mi sono innamorata pazzamente di Alex anche
se lui aveva molti anni in più di me. I miei genitori non erano d’accordo, io
sono andata via con lui e loro non mi hanno più cercato. Anche le mie amiche mi
hanno abbandonato, perché pensavano che fossi un cattivo esempio. Ci siamo costruiti una nuova
vita lontano da tutti.
All’inizio ero felice, l’amore riempiva le
nostre giornate, poi ho cominciato ad avere nostalgia dei miei genitori e delle
mie amiche e sono diventata triste. Lui era affettuosissimo, mi portava fuori
tutte le sere per rendermi felice. Una notte mentre tornavamo dalla discoteca,
stanchi e assonnati, Alex perse il controllo dall’auto…
Adesso siamo qui, uniti per l’eternità.
Alex piange, mentre Niki racconta, Roberto, prova una
tenerezza infinita e si commuove.
Dante
gli ricorda che devono riprendere la discesa.
Attraversano il cerchio dei Golosi e vedono Cerbero che
li vuole azzannare ma Dante gli lancia tre ossi di gomma per intrattenerlo.
Passano veloci e vedono gli avari e i prodighi, gli iracondi e gli accidiosi.
Percorrono un sentiero stretto e tortuoso e arrivano alla
palude Stigia, l’attraversano su una zattera guidata dal demone Dracula che non
si trattiene dall’ azzannare il collo di Roberto ma si ferma quando si accorge
che è vivo. Il vampiro si spaventa a tal punto che non gli rimane più un goccio
di sangue nelle vene e corre a rifornirsi da qualche povera anima dannata.
Dante sorride e Roberto si accarezza il collo,
ringraziando la buona sorte per lo scampato pericolo.
Si trovano improvvisamente, di fronte alle mura della
città di Dite dalle quali si ode un fracasso infernale.
Entrano e osservano una moltitudine di anime che ballano
al ritmo di una musica assordante, Roberto è stupito.
Dante gli comunica che si trovano nel “Satana Village”,
la discoteca infernale, dove scontano la loro pena le anime di coloro che hanno
dedicato tutta la vita allo svago e al divertimento nei locali notturni.
-Come in vita si sono fatti travolgere dal
divertimento, ora devono ballare senza fermarsi e sono punzecchiati dai tridenti
dei diavoli.-
Alla console Medusa e le Arpie si esibiscono con
movimenti seducenti come cubiste. Alcuni diavoli si avvicinano e costringono
anche i due amici a ballare con dei movimenti a dir poco imbarazzanti, un misto
di ballo sardo coi passi inventati e impossibili da ripetere.
Dante riesce a liberarsi subito e trascina via anche
l’attore, mentre il volume diventa sempre più forte.
Riprendono il cammino ma Roberto nota che il cerchio in
cui un tempo c’erano gli eretici è destinato ad altri peccatori.
Vi si trovano gli sportivi che hanno utilizzato il doping
per riuscire in qualche impresa della loro carriera.
Vedono un uomo stanco che continua a correre e non si può
fermare altrimenti i diavoli lo buttano nel Flegetonte, il rosso fiume di
sangue bollente.
L’attore capisce che l’anima stanca appartiene ad un
atleta morto qualche tempo prima, nessuno aveva mai dubitato che usasse il
doping per vincere le gare.
-Queste anime, in vita hanno imbrogliato per raggiungere
i propri obiettivi, ora vengono illuse dai diavoli, che fanno apparire in
lontananza il nastro della meta, il pubblico, e i giornalisti; loro corrono sempre
più felici e solo alla fine si accorgono che è solamente un’ illusione-
Roberto ride un po’ sotto i baffi, pensando che se lo
sono meritati ma viene subito ripreso da Dante che gli lancia un’ occhiata
inequivocabile con l’ordine di riprendere il cammino.
Oltrepassano il Flegetonte sulla groppa delle Arpie.
Vedono i violenti, i ruffiani, gli adulatori, i maghi, i barattieri,
gli ipocriti, i ladri, gli imbroglioni, i seminatori di discordie i falsari.
Quando arrivano al pozzo dei giganti, Roberto pensa di poter
scendere sulla mano di Anteo ma Dante gli spiega che i giganti hanno perso le
forze e si sono addormentati. Potranno scendere con un comodo ascensore,
alimentato dal petrolio infernale.
Arrivano al Cocito, il lago ghiacciato dove si trovano i
traditori. Il Poeta e l’attore sentono le sferzate di gelido vento,
terrorizzati, si sentono come granelli di sabbia che si spostano nel deserto
durante la notte. Dante copre Roberto col suo mantello, cercando di ripararlo
dall’aria gelida.
Nel lago, L’attore intravede il conte Ugolino che rosicchia
ancora voracemente il cranio dell’Arcivescovo Ruggieri, dimostrando un eterno
desiderio di vendetta.
Poco distanti da lui, vede degli enormi macigni che si muovono
come se qualcosa volesse uscire dalla pietra, Dante notando la curiosità di
Roberto dice:
-Sono coloro che hanno osato comprare e
vendere esseri umani cioè i mercanti di schiavi. Come in vita hanno avuto il
cuore di pietra ora sono racchiusi in essa e non si possono più liberare.-
Il freddo si fa sempre più intenso, infatti il fattore
climatico determinante di questo luogo è ancora il movimento delle gigantesche
ali dell’”Imperador del Doloroso Regno” anche se il suo aspetto è cambiato.
Ha i capelli verdi e blu, alcuni piercing di ferro
arrugginito nelle sopracciglia e nel naso, le sue unghie sono lunghissime e
smaltate di nero con piccoli disegni di teschi, ha le braccia e il dorso tatuati
con disegni macabri e indescrivibili.
Roberto è terrorizzato ma incuriosito soprattutto da uno
strano aggeggio che il demone ha in mano: -Come non hai capito cos’è? –
Dice Dante : -E’ un cellulare ultimo modello con esso
può videochiamare gli altri diavoli per dare ordini in tutta la voragine
infernale.-
Il demone ha quattro teste e quattro bocche che masticano
Caino, Bruto, Cassio e un nuovo peccatore che ha tradito il genere umano, provocando
lo sterminio di circa sei milioni di persone.
Roberto, si rattrista, capisce subito chi è il quarto
traditore ma sa anche che “La vita è bella” e che bisogna guardare avanti con
ottimismo.
Tuttavia il macabro spettacolo lo lascia senza fiato e
senza parole, si volta verso il maestro per trovare conforto ma scopre che lui
non c’è più. Terrorizzato, comincia a urlare in modo disumano e sente una tonante
voce:
-Il tuo caro amico al mio cospetto ha paura, vattene
prima che mangi anche te-
L’”Imperador” pronuncia questa terribile minaccia,
Roberto disperato chiude gli occhi.
Quando li riapre è giorno si trova sdraiato sopra una
corona di fiori secchi, vicino alla tomba del Sommo Poeta. Frastornato, riesce a pensare che
è stato solamente un sogno.
Il custode apre il locale e lui è pronto ad uscire,
felice per il pericolo scampato, e pronto a raccontare in TV il suo viaggio.
Mentre si avvia, cerca il cellulare, ma nella tasca trova
un biglietto sgualcito, lo legge:
-Caro Roberto,
mi dispiace di averti abbandonato in quel
momento ma questo è quanto previsto dal regolamento.-
Roberto sorride e nasconde gelosamente il foglietto
pensando:
-Grazie
Maestro