mercoledì 25 marzo 2020

Dantedì, letture, video, disegni, lavori interattivi: celebriamo online il Sommo Poeta


Così anche la nostra scuola ha celebrato Dantedì, la prima giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo. Anche il nostro Istituto, alle 12 in punto, ha dedicato oggi la lezione a distanza o anche solo un momento di condivisione via social al Sommo Poeta, in contemporanea in tutta Italia. 
Ricordiamo a tale proposito un lavoro del A.S. 2007-2008 della CLASSE 2 C
Docente di italiano
Prof.ssa Rita Margherita Melis

Concorso ministeriale
Ministero Pubblica Istruzione
Dipartimento per l’Istruzione
ROMA
Oggetto: Concorso “Dante nella Scuola”.
Con riferimento alla nota prot. 1954/Dip del 3/12/2007 di pari oggetto, si inviano i
seguenti elaborati:
Istituti Istruzione Secondaria di I Grado – sono stati presentati 34 elaborati
Per la Classe II C vincitrice del concorso – Scuola Media “San Domenico Savio” San Gavino (CA)
Giudizio:
La classe propone un testo vivace, brillante ed arricchito da una notevole originalità. Gli studenti dimostrano di conoscere molto bene la prima cantica e di saperla interpretare in chiave moderna”.

Buona lettura a tutti

L’UMANA COMMEDIA
Siamo nel terzo millennio e l’uomo ha progredito notevolmente a livello scientifico e tecnologico ma commette sempre i peccati di cui Dante Alighieri ha parlato nell’Inferno.
Un attore comico italiano, di nome Roberto, si appassiona alla Divina Commedia, la legge e la commenta in tv, riscuotendo un grande successo.
La sua recitazione, permette al grande pubblico di conoscere l’opera del Sommo Poeta italiano.
Un giorno, si reca a Ravenna presso la tomba di Dante perchè desidera rendere omaggio al poeta.
Prega intensamente e, rivolgendosi al Poeta, gli esprime tutta la sua ammirazione,
perché la sua opera è diffusa in tutto il mondo, e viene ancora oggi letta e apprezzata.
Non si accorge del tempo che passa e continua a pregare sino a quando si rende conto che il Mausoleo è stato chiuso.
E’ notte, tenta di usare il cellulare ma non c’è campo, quindi si rassegna ad aspettare la mattina.
Disperato, si appoggia alla parete ma si accorge che qualcosa si muove lentamente, con grande stupore scopre che la lastra di marmo della tomba si è aperta e che si intravede un corridoio buio e stretto.
In lontananza si ode una flebile voce:
-Oh tosco, che preghi nella tomba mia,
vieni a visitar il dolor di questo posto infinito

percorrendo con me questa lunga via.-
Inizialmente Roberto è preso dal terrore , ma una curiosità incontrollabile che lo spinge ad addentrarsi nel lugubre ambiente.
Al termine del lungo cunicolo, vede un pallido bagliore e nota la figura di un uomo vestito di rosso con una corona di alloro sulla testa;
capisce così di trovarsi di fronte all’autore della Divina Commedia.

Lo guarda, lo riconosce e trema come una foglia spinta dal vento, ma contemporaneamente non riesce a contenere la gioia che lo pervade.
Dante, vedendolo così timoroso, tenta di incoraggiarlo pronunciando queste parole:
-Oh tu,che reciti i miei versi, nella città di Firenze ti accompagnerò nei luoghi da me visitati;
così potrai raccontare le tue esperienze..-
Roberto risponde:
-Sono un semplice attore, so recitare ma non so comporre versi, però sono contento di fare il viaggio purché mi garantisca che mi riaccompagnerai indietro.-
Roberto si accorge che i versi del poeta sono diversi da come li aveva usati nella Divina Commedia e gli chiede perché.
Dante risponde:
-Sappi che in 677 anni ho conosciuto molti poeti nell’aldilà, ho preso confidenza con il verso libero adottato nel novecento. La mia mente è un po’ stanca, trovo impegnativo continuare con gli endecasillabi e le rime incatenate.
Così, anche per metterti a tuo agio, mi esprimerò in prosa
Il Poeta comunica a Roberto che gli farà visitare solamente l’inferno, perché il Purgatorio non esiste più, infatti nell’emisfero Australe, oggi ci sono altre terre e l’Antartide.
I due, discorrendo si avviano verso il terribile ingresso infernale.
Si vede un cumulo di macerie e si capisce che sono i ruderi della vecchia porta, deteriorata dal tempo. Roberto nota che è stata sostituita da un’altra, blindata e simile a quelle che si trovano nei sotterranei delle banche.
Dante gli spiega che la tecnologia moderna si è diffusa anche nell’oltretomba e pronuncia queste parole:

-Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate
Mentre si avvicinano sentono delle urla raccapriccianti misti a boati e lampi. La porta, azionata dal comando vocale, si apre, Roberto incomincia a sudare, non sa se entrare o tornare indietro.
Dante vedendolo così incerto lo spinge all’interno.
I rumori e le urla dei dannati si fanno così acuti che Roberto, di fronte a tanto orrore, abbandona l’atteggiamento allegro e giocherellone del comico, per mantenere un contegno serio e mesto.

L’inferno appare ancora come l’ha descritto il Grande Poeta ma ci sono anche delle novità, si sono aggiunti dei nuovi peccatori, nuove penitenze e nuovi mezzi di trasporto.
Nell’anti- inferno, gli ignavi, corrono ancora senza sosta dietro a una bandiera.
Lasciato quel luogo i due si avviano verso la riva del livido Acheronte.

Si dirige, verso di loro, un vecchio con la barba bianca e sudicia. Subito invita
Roberto ad andarsene, dicendo che aveva già ospitato una volta un’anima viva e non aveva più intenzione di permetterlo. Il Poeta insiste e Caronte cede.
Trasporta ancora le anime dei dannati all’altra sponda ma è notevolmente invecchiato e le sue braccia, un tempo vigorose, ora sono prive di forze.
Per “trapassare” le anime utilizza una barca a motore, che permette ai due di

oltrepassare velocemente il fiume.
Nel primo cerchio, un tempo destinato al Limbo, Roberto osserva un esercito di persone vestite in modo bizzarro, indossano jeans a vita bassa, hanno catenacci penzoloni e strani monitor appesi al petto.
Roberto chiede a Dante:
- Maestro chi sono costoro, che vestono come numerosi miei contemporanei?-
Dante risponde:
-Caro Roberto questi peccatori sono i volgari, cioè coloro che in vita hanno usato il turpiloquio per esprimersi, adesso girano con le bocche cucite.
Come vedi questo è il cerchio più tecnologico di tutto l’Inferno.
Ogni dannato ha un mini computer che serve per trasformare in parole gentili tutte le oscenità pensate, la traduzione compare sul monitor che è presente nel petto di ciascuno-
Tra questi dannati si trovano soprattutto i protagonisti dei cartoni americani: I South Park e I Griffin.
Un’ anima si avvicina e si rivolge al Maestro:
-Oh tu s…… scrittore di c…… adesso che ti vedo scopro che ha anche una faccia di m..… che c….. ci fai qui?
Le intenzioni volgari sono evidenti ma sul monitor appaiono le seguenti parole:
-Oh tu stupendo scrittore di commedie splendide, che hai la faccia di meritare rispetto, siamo lieti di averti in questo luogo, che cosa ci fai qui?-

Dante non risponde e passa oltre, aveva sempre disprezzato chi usava parole oscene.
Cominciano a scendere attraverso comode scale mobili azionate dai demoni più forti.
Arrivano al secondo cerchio dove si trovano le anime dei lussuriosi, travolti ancora da una violenta bufera.
Roberto nota qualcosa di strano:
-Quelle due anime... mi sembra di conoscerle, chi sono?
Dante risponde:
- Sono Alex e Niki, se vuoi parlare con loro chiamale in nome dell’amore-
Roberto le chiama e loro arrivano Quali colombe dal disio chiamate.
Niki si avvicina e chiede:
-Oh anima viva perché ti trovi in questo luogo infernale?-
Roberto risponde:
-Voglio conoscere i luoghi, così potrò raccontare la mia esperienza in tv. La vostra storia è conosciuta in Italia, ma ditemi perché siete qui?-
Cominciano a scendere attraverso comode scale mobili azionate dai demoni più forti.
Arrivano al secondo cerchio dove si trovano le anime dei lussuriosi, travolti ancora da una violenta bufera.
Roberto nota qualcosa di strano:

-Quelle due anime... mi sembra di conoscerle, chi sono?
Dante risponde:
- Sono Alex e Niki, se vuoi parlare con loro chiamale in nome dell’amore-
Roberto le chiama e loro arrivano Quali colombe dal disio chiamate.
Niki si avvicina e chiede:
-Oh anima viva perché ti trovi in questo luogo infernale?-
Roberto risponde:
-Voglio conoscere i luoghi, così potrò raccontare la mia esperienza in tv. La vostra storia è conosciuta in Italia, ma ditemi perché siete qui?-
Parla solo Niki:
-Mi sono innamorata pazzamente di Alex anche se lui aveva molti anni in più di me. I miei genitori non erano d’accordo, io sono andata via con lui e loro non mi hanno più cercato. Anche le mie amiche mi hanno abbandonato, perché pensavano che fossi un cattivo esempio. Ci siamo costruiti una nuova vita lontano da tutti.
All’inizio ero felice, l’amore riempiva le nostre giornate, poi ho cominciato ad avere nostalgia dei miei genitori e delle mie amiche e sono diventata triste. Lui era affettuosissimo, mi portava fuori tutte le sere per rendermi felice. Una notte mentre tornavamo dalla discoteca, stanchi e assonnati, Alex perse il controllo dall’auto…
Adesso siamo qui, uniti per l’eternità.
Alex piange, mentre Niki racconta, Roberto, prova una tenerezza infinita e si commuove.

Dante gli ricorda che devono riprendere la discesa.
Attraversano il cerchio dei Golosi e vedono Cerbero che li vuole azzannare ma Dante gli lancia tre ossi di gomma per intrattenerlo. Passano veloci e vedono gli avari e i prodighi, gli iracondi e gli accidiosi.
Percorrono un sentiero stretto e tortuoso e arrivano alla palude Stigia, l’attraversano su una zattera guidata dal demone Dracula che non si trattiene dall’ azzannare il collo di Roberto ma si ferma quando si accorge che è vivo. Il vampiro si spaventa a tal punto che non gli rimane più un goccio di sangue nelle vene e corre a rifornirsi da qualche povera anima dannata.
Dante sorride e Roberto si accarezza il collo, ringraziando la buona sorte per lo scampato pericolo.
Si trovano improvvisamente, di fronte alle mura della città di Dite dalle quali si ode un fracasso infernale.
Entrano e osservano una moltitudine di anime che ballano al ritmo di una musica assordante, Roberto è stupito.
Dante gli comunica che si trovano nel “Satana Village”, la discoteca infernale, dove scontano la loro pena le anime di coloro che hanno dedicato tutta la vita allo svago e al divertimento nei locali notturni.
-Come in vita si sono fatti travolgere dal divertimento, ora devono ballare senza fermarsi e sono punzecchiati dai tridenti dei diavoli.-
Alla console Medusa e le Arpie si esibiscono con movimenti seducenti come cubiste. Alcuni diavoli si avvicinano e costringono anche i due amici a ballare con dei movimenti a dir poco imbarazzanti, un misto di ballo sardo coi passi inventati e impossibili da ripetere.

Dante riesce a liberarsi subito e trascina via anche l’attore, mentre il volume diventa sempre più forte.
Riprendono il cammino ma Roberto nota che il cerchio in cui un tempo c’erano gli eretici è destinato ad altri peccatori.
Vi si trovano gli sportivi che hanno utilizzato il doping per riuscire in qualche impresa della loro carriera.
Vedono un uomo stanco che continua a correre e non si può fermare altrimenti i diavoli lo buttano nel Flegetonte, il rosso fiume di sangue bollente.
L’attore capisce che l’anima stanca appartiene ad un atleta morto qualche tempo prima, nessuno aveva mai dubitato che usasse il doping per vincere le gare.
-Queste anime, in vita hanno imbrogliato per raggiungere i propri obiettivi, ora vengono illuse dai diavoli, che fanno apparire in lontananza il nastro della meta, il pubblico, e i giornalisti; loro corrono sempre più felici e solo alla fine si accorgono che è solamente un’ illusione-

Roberto ride un po’ sotto i baffi, pensando che se lo sono meritati ma viene subito ripreso da Dante che gli lancia un’ occhiata inequivocabile con l’ordine di riprendere il cammino.
Oltrepassano il Flegetonte sulla groppa delle Arpie.
Vedono i violenti, i ruffiani, gli adulatori, i maghi, i barattieri, gli ipocriti, i ladri, gli imbroglioni, i seminatori di discordie i falsari.

Quando arrivano al pozzo dei giganti, Roberto pensa di poter scendere sulla mano di Anteo ma Dante gli spiega che i giganti hanno perso le forze e si sono addormentati. Potranno scendere con un comodo ascensore, alimentato dal petrolio infernale. 
Arrivano al Cocito, il lago ghiacciato dove si trovano i traditori. Il Poeta e l’attore sentono le sferzate di gelido vento, terrorizzati, si sentono come granelli di sabbia che si spostano nel deserto durante la notte. Dante copre Roberto col suo mantello, cercando di ripararlo dall’aria gelida.
Nel lago, L’attore intravede il conte Ugolino che rosicchia ancora voracemente il cranio dell’Arcivescovo Ruggieri, dimostrando un eterno desiderio di vendetta.
Poco distanti da lui, vede degli enormi macigni che si muovono come se qualcosa volesse uscire dalla pietra, Dante notando la curiosità di Roberto dice:

-Sono coloro che hanno osato comprare e vendere esseri umani cioè i mercanti di schiavi. Come in vita hanno avuto il cuore di pietra ora sono racchiusi in essa e non si possono più liberare.-
Il freddo si fa sempre più intenso, infatti il fattore climatico determinante di questo luogo è ancora il movimento delle gigantesche ali dell’”Imperador del Doloroso Regno” anche se il suo aspetto è cambiato.
Ha i capelli verdi e blu, alcuni piercing di ferro arrugginito nelle sopracciglia e nel naso, le sue unghie sono lunghissime e smaltate di nero con piccoli disegni di teschi, ha le braccia e il dorso tatuati con disegni macabri e indescrivibili.
Roberto è terrorizzato ma incuriosito soprattutto da uno strano aggeggio che il demone ha in mano: -Come non hai capito cos’è? –
Dice Dante : -E’ un cellulare ultimo modello con esso può videochiamare gli altri diavoli per dare ordini in tutta la voragine infernale.-
Il demone ha quattro teste e quattro bocche che masticano Caino, Bruto, Cassio e un nuovo peccatore che ha tradito il genere umano, provocando lo sterminio di circa sei milioni di persone.
Roberto, si rattrista, capisce subito chi è il quarto traditore ma sa anche che “La vita è bella” e che bisogna guardare avanti con ottimismo.
Tuttavia il macabro spettacolo lo lascia senza fiato e senza parole, si volta verso il maestro per trovare conforto ma scopre che lui non c’è più. Terrorizzato, comincia a urlare in modo disumano e sente una tonante voce:
-Il tuo caro amico al mio cospetto ha paura, vattene prima che mangi anche te-
L’”Imperador” pronuncia questa terribile minaccia, Roberto disperato chiude gli occhi.
Quando li riapre è giorno si trova sdraiato sopra una corona di fiori secchi, vicino alla tomba del Sommo Poeta. Frastornato, riesce a pensare che è stato solamente un sogno.
Il custode apre il locale e lui è pronto ad uscire, felice per il pericolo scampato, e pronto a raccontare in TV il suo viaggio.
Mentre si avvia, cerca il cellulare, ma nella tasca trova un biglietto sgualcito, lo legge:
-Caro Roberto,

mi dispiace di averti abbandonato in quel momento ma questo è quanto previsto dal regolamento.-
Roberto sorride e nasconde gelosamente il foglietto pensando:

-Grazie Maestro

Cantende e sonende sa Sardigna - scuola primaria via Paganini

APPUNTAMENTO SUL CANALE 79 DEL DIGITALE TERRESTRE SABATO 23/12/2023 ALLE 19.30  VI ASPETTIAMO NUMEROSI! ☝👋👋