In occasione della Giornata della Memoria
le classi quinte della scuola Primaria di Via Caddeo con l’aiuto delle loro docenti hanno intrapreso un breve percorso di approfondimento per comprendere meglio quelli che sono stati l’Olocausto e la Shoah, scoprendo così che il termine Shoah, in lingua ebraica שואה, significa“desolazione, catastrofe, disastro”.
Lo spettacolo è stato replicato ben quattro volte, con la PRIMA al teatro comunale insieme alla banda musicale del paese “Città di S.Gavino Monreale”.
I deportati, lasciate valigie e beni, vengono costretti dai militari tedeschi
a entrare nel campo (palcoscenico)
Una volta saliti il soldato chiude il campo con il filo spinato
Gam-Gam-Gam Ki Elech
E' un canto molto triste considerando che lo cantavano anni fa i
bambini nei campi di concentramento, prima di essere uccisi nelle cosiddette
"docce" (forni) ad Aushwitz.
Una maestra, deportata nel campo, radunava a sé i tanti bambini e
insegnava loro a cantare pregando Dio.
Con questo metodo la maestra dava un po' di conforto ai suoi piccoli,
che cantavano felici.
Una maestra, deportata nel campo, radunava a sé i tanti bambini e
insegnava loro a cantare pregando Dio.
Con questo metodo la maestra dava un po' di conforto ai suoi piccoli,
che cantavano felici.
Anche se andassi
nella valle oscura
non temerei nessun male,
perché tu sei sempre con me;
Perché tu sei il mio bastone, il mio supporto,
Gam-Gam-Gam Ki Elech
Be-Beghe Tzalmavet
Lo-Lo-Lo Ira Ra
Ki Atta Immadì
Gam-Gam-Gam Ki Elech
Be-Beghe Tzalmavet
Lo-Lo-Lo Ira Ra
Ki Atta Immadì
Shivtechà umishantechà
Hema-Hema yenachamuni
Shivtechà umishantechà
Hema-Hema yenachamuni
Canzone del bambino nel vento (Auschwitz) -Francesco Guccini & I Nomadi
Son morto con altri cento,
son morto che ero bambino,
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz c'era la neve,
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno
e adesso sono nel vento,
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz tante persone,
ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento,
a sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può l'uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento,
in polvere qui nel vento
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento
e ancora ci porta il vento
Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà
Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà
e il vento si poserà...
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz c'era la neve,
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno
e adesso sono nel vento,
e adesso sono nel vento
Ad Auschwitz tante persone,
ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento,
a sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può l'uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento,
in polvere qui nel vento
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento
e ancora ci porta il vento
Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà
Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà
e il vento si poserà...
HALLELUJA – Inno alla Pace –
Risuona come monito per il futuro
Nel campo i bambini erano denutriti, sporchi, abbandonati a loro stessi, tristi... Giocavano con ciò che avevano a disposizione, ma soffrivano... A un tratto, vivono un sogno collettivo: si accende una luce intensa, si sente una musica dolcissima che anima una bambolina lasciata in un angolo e dimenticata. Questa inizia a danzare intorno ai bambini accarezzandoli e confortandoli...
Finisce la musica, finsce il sogno e la bambolina torna nell'angolo inanimata e
i bambini ripiombano nella sofferenza, nello squallore della segregazione.
Nel campo i bambini erano denutriti, sporchi, abbandonati a loro stessi, tristi... Giocavano con ciò che avevano a disposizione, ma soffrivano... A un tratto, vivono un sogno collettivo: si accende una luce intensa, si sente una musica dolcissima che anima una bambolina lasciata in un angolo e dimenticata. Questa inizia a danzare intorno ai bambini accarezzandoli e confortandoli...
Finisce la musica, finsce il sogno e la bambolina torna nell'angolo inanimata e
i bambini ripiombano nella sofferenza, nello squallore della segregazione.
I deportati vengono chiusi con filo spinato nel campo di concentramento.
IL TEMA DELLA FARFALLA tratto dalla poesia di Pavel Friedman (giovane ebreo vissuto nel Ghetto di TEZERIN e successivamente deportato ad Auschwitz dove è morto, difatti si è persa ogni sua traccia. L’unico documento è la poesia scritta su un pezzo di carta, ritrovato in occasione della liberazione del campo)
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
(Pavel Friedman, Praga 1921 – Auschwitz 1944)
Alla fine della guerra il campo di concentramento viene aperto e
i
bambini (le farfalle) corrono via felici...
Arrivo dei deportati al campo di concentramento.
Alcuni momenti della replica dello spettacolo
nella Scuola Primaria di via Fermi
I bambini e gli insegnanti del Plesso di Via Fermi ci hanno accolti con grande entusiasmo.
Per noi docenti è stato un grande onore ricevere l'invito e far esibire i bambini delle classi quinte di fronte ai docenti e ai loro alunni.
Complimenti di cuore alle maestre che con tanta professionalità e pazienza
hanno istruito gli alunni e le alunne a ....
non dimenticare mai la tragedia dell'Olocausto e la Shoah!!